Redatto il: 5 Gennaio 2022

Se si dovessero ricordare gli anni 20 con una foto o un’immagine, è molto probabile che essa raffiguri un locale notturno con saloni annebbiati dal fumo, tavolini pieni di bicchieri di whisky e cognac, musicisti generalmente vestiti di bianco, e belle signorine che si muovono con fare sensuale tra gli avventori. In effetti non ci si discosterebbe troppo dalla realtà, perché quelli sono proprio i cosiddetti ‘ruggenti’ anni del jazz, dell’assenzio, dell’alcool, e delle prostitute, che ai quei tempi venivano chiamate flappers, un termine abbastanza dispregiativo che stava ad indicare generalmente ragazzine allo sbando e giovanissime prostitute.

Con questa immagine davanti agli occhi, facciamo un salto indietro nel tempo fino ad arrivare alla New Orleans di fine Ottocento, dove si poteva andare a divertirsi in Storyville, un rione a luci rosse conosciuto da molti anche comeThe District. Storyville è stato per anni il luogo di divertimento di uomini bianchi benestanti che lì andavano a godersi le loro notti brave fatte di alcool, droga, musica jazz, e trasgressioni sessuali in compagnia delle flappers, in parole povere quelle che oggi sono le moderne escorts.

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Il jazz e le prostitute a New Orleans

Consultando degli opuscoli-guida chiamati Blue Books, i turisti dell’epoca che si trovavano in Louisiana potevano muoversi con disinvoltura tra le tentazioni della notte, scegliendo liberamente il posto a loro più congeniale per godersi un po’ di musica live, bere un buon bicchierino, ed incontrare una bella flapper per fare sesso fino all’alba. Spesso erano addirittura le flappers a scegliere il punto di ritrovo, ed invitavano anche i musicisti per intrattenere i clienti, in modo tale da offrire loro un’ampia possibilità di scelta.

Si è poi successivamente scoperto che la parola jazz deriva da jass, termine che definiva il gelsomino (jasmine), ovvero il profumo che usavano le prostitute nei bordelli, ma non tutti sono d’accordo su questa ipotesi. Fatto sta che fu proprio in quel periodo che il connubio tra musica e prostitute diventò una cosa quasi normale agli occhi di tutti, d’altra parte sono cambiati modi, forme, terminologie, ma ancora oggi musica e sesso formano un’accoppiata di grande richiamo per chiunque.

Case d’appuntamento con musica live

A quell’epoca esistevano locali come Funky Butt Hall, Entrateiners, Big25, Frenchman’s nei quali si poteva ascoltare del jazz di ottimo livello, anche perché molti musicisti conosciuti si prestavano volentieri per suonare nei bordelli, viste le laute mance che ricevevano dai danarosi clienti. Più i musicisti erano bravi e pronti a soddisfare le richieste della clientela del bordello, più le loro tasche si riempivano di bei bigliettoni fruscianti, tutti si divertivano, e i locali facevano affari d’oro.

Molto spesso erano le stesse flappers a cantare alcuni brani in modo seducente ed erotico, e se poi a questo si aggiungevano tre o quattro bicchierini di buon whisky in loro compagnia, ecco che tutti i clienti venivano animati da quella misteriosa ma grandissima forza superiore chiamata eros. I bordelli erano dislocati quasi tutti nella stessa zona, come se fosse il famoso quartiere a luci rosse di Amsterdam, tanto per rendere l’idea; grandi saloni e arredi di lusso ospitavano serate di musica live con performances di ottimi musicisti ed un gran viavai di dame di compagnia, che lì adescavano i loro clienti per vendere loro una magica notte di sesso.

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Il proibizionismo di oggi

Certamente nulla a che vedere coi tempi moderni vero? Effettivamente se ci si riflette ci si rende conto che sono cambiate tantissime cose da allora ad oggi, soprattutto per quanto riguarda il tema della prostituzione. A quei tempi le donne potevano scegliere liberamente di vendere il loro corpo in cambio di denaro, anzi il fenomeno era sotto gli occhi di tutti; poi nel tempo si è cercato di inquadrare le lavoratrici del sesso a norma di legge, di dare loro contributi sociali, di non emarginarle, ma ancora oggi questo tema risulta essere, almeno in Italia, senza soluzione.

Se quello della prostituta viene definito ‘il mestiere più vecchio del mondo’ un motivo ci sarà pure no? Il problema è sempre stato, ed è ancora oggi, quello di riuscire ad inquadrare questa professione a norma di legge, ed è proprio qui che la cosa si complica, quando chi governa deve stabilire quanto lucrare su tale business, cosa resa oggi ancor più impossibile vista l’impressionante percentuale di prostitute ed escorts che vendono i propri servizi online, e che fortunatamente riescono a tenere per sé i guadagni, senza dividerli con chi, nel corso dei secoli, non ha mosso un dito per dar loro una mano.

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